Orafi per un giorno | Jewellers for one day

[ITA] Il racconto della nostra futura sposa Elena, orafa per un giorno!

Alla fede nuziale non ho mai dato troppa importanza. L’ho sempre vista all’anulare dei miei genitori: un cerchio dorato, un ricordo di un giorno particolare!

Anche quando James mi ha chiesto di sposarlo – all’incirca 20 mesi fa, in cima a una montagna in Nuova Zelanda, mentre facevamo heliski – l’ultima cosa a cui ho pensato è stata proprio la fede!

Vivendo in Australia e sposandomi in Italia, la mia unica fonte di ispirazione sono state alcune fiere dedicate al matrimonio. Curiosando tra gli stand, un bel giorno, ricordo di aver incontrato una simpatica ragazza canadese che mi ha lasciato il suo biglietto da visita dicendomi di essere un’orafa e che presso il suo laboratorio gli sposi “realizzano” le proprie fedi nuziali. Tutto questo è successo all’incirca 1 anno fa e, nonostante l’idea mi stuzzicasse alquanto, non ero certa che anche James, il mio futuro marito, l’avrebbe trovata altrettanto interessante.

Dopo 11 mesi, invece, eccoci insieme alla gioielleria pronti per scegliere le nostre fedi!

Il negozio-laboratorio si trova all’interno del famoso centro commerciale The Strand Arcade, uno dei luoghi culto per lo shopping a Sydney. The Strand è stato costruito nel 1891 e il suo nome altro non è che un omaggio alla famosa Burlington Arcade a Londra. È un bellissimo esempio di architettura vittoriana con un tetto in vetro assolutamente incredibile.

Tornando però alla nostra gioielleria, è un posto veramente molto particolare e sfizioso. Ora vi spiego: il negozio è praticamente diviso a metà. Da un lato sono disposti tutta una serie di armadietti per custodire i preziosi. Di fronte sono stati sistemati dei comodi divani in pelle. Sull’altro lato del negozio, invece, trovano posto 4 bei tavoli da lavoro, dove c’erano al lavoro 3 persone. Arrivato il nostro turno,  abbiamo dato un’occhiata ad alcune tipologie di fedi nuziali e alla fine abbiamo optato per una semplicissima fede in oro bianco. La mia fede, invece, ho voluto arricchirla con alcuni diamanti… così che non sfiguri quando lo posizionerò a fianco del mio luminosissimo anello di fidanzamento!

Dopo aver fatto la nostra scelta, ci hanno spiegato quanto la ragazza canadese mi aveva anticipato ormai più di un anno prima: su questi tavoli di lavoro le coppie di futuri sposi modellano e realizzano le loro fedi nuziali! E proprio le 3 persone che avevamo notato poco prima al nostro ingresso erano una coppia di futuri sposi intenta a realizzare la propria fede, sotto l’attenta supervisione di un orafo.

Conquistati ed emozionati, abbiamo immediatamente fissato un appuntamento per poter  essere anche noi “gioiellieri per un giorno”!!!

All’incirca un mese dopo – esattamente lo scorso 2 maggio – io e James eravamo pronti per forgiare con le nostre mani le fedi che presto indosseremo (la data del matrimonio è fissata per il prossimo 24 luglio!).

L’intero processo ci ha preso all’incirca 4 ore e mezza. Una gentilissima ragazza ci ha sapientemente affiancato occupandosi dei complicati calcoli relativi alla curvatura del metallo per forma e vestibilità! Noi, invece, ci siamo occupati del lavoro duro!

Il materiale di partenza erano una barra d’oro bianco e sei diamanti. Per prima cosa abbiamo dovuto appiattire la barra d’oro. Dopo di che, con l’aiuto di un macchinario specifico, abbiamo piegato l’oro per conferirgli la forma dell’anello. Arrivati a questo punto, abbiamo cominciato a lucidare il metallo fino a che non abbiamo ottenuto due scintillanti fedi nuziali.

Naturalmente abbiamo lasciato l’incastonatura dei miei 6 diamanti a mani decisamente più esperte delle nostre!

Quella sera abbiamo celebrato l’evento stappando una bottiglia di Champagne! E sapete qual è la morale di questa storia? Che quando il giorno del matrimonio James indosserà la fede nuziale, sono certa che ripenserà a questa incredibile esperienza e al fatto che l’anello che gli metterò al dito gliel’ho forgiato io con le mie mani!

[ENG] The story of our bride-to-be Elena, jeweller for a day!


Wedding rings, I’ve never really given them much thought. I had always seen my mother and my father wear theirs, a simple gold band with the names of my parents and date of their wedding inscribed on the inside. When James asked me to marry him on top of a mountain whilst helisking in New Zealand almost 20 months ago, the last thing that I was going to think about was the wedding rings.

Living in Australia and getting married in Italy, bridal shows had only been a source of inspiration and whilst walking around the stalls I met a lovely Canadian lady. She was a jeweller and she gave me her calling card after having explained that her company allowed customers to “make” their wedding rings. This was a year ago and although I loved the idea I was not too sure James, my future husband, was going to be keen on the idea.

Eleven months later I made an appointment at the store and with James and we went to the jewellers. Their shop was more of a fancy workshop located at The Strand in the central business district in Sydney. The Strand was built in 1891 and it’s inspiration came from London’s successful Burlington Arcade. The arcade is lovely with a feeling of the past and has a wonderful glass roof.

The Shop was divided into two, in one corner there were display cabinets with large leather sofas, and on the other side of the shop there were four work benches. James and I had a look at a couple of wedding rings and chose 5mm polished white gold bands, with a bit of bling for mine, this to complement my wonderful engagement ring. We had noticed that their were three people at the work bench when we had walked into the shop, and once we had chosen our rings we were told that those working in the store were a couple with a jeweller showing them what to do. So we went for it and booked an appointment to be "jewellers for the day"!!!

A month later on the 2nd May, James and I made our way to the shop.  The whole process took four and a half hours and we had a lovely lady who did all the hard calculations for us… We started with a bar of gold and six diamonds. The first thing we did was to flatten out the square bar of white gold. Then using a fancy machine we bent the gold into a ring shape and soldered it!! Then we started to polish and we polished and we polished it until we had a wonderful shiny ring that fit our fingers. Needless to say, we are leaving the insertion of the little diamonds to the professionals.

We celebrated the end of the event with a bottle of champagne and on our wedding day when I give James his wedding band he will know I made it for him.

Credits: Elena Cavazzoni